Una casa a prova di zombie

    Ecco un interessante concorso che spicca tra i molti per concretezza e spirito d’utilità. Parliamo del 2011 Zombie Safe House Competition, il nome dice tutto, e l’anno fa capire che ci sono già state altre edizioni (per l’esattezza un’altra edizione nel 2010) come dire, quasi una tradizione al pari del concosro del PS1 per i giovani studi.

    Ci sono state oltre 200 proposte, soprattutto di studenti (li capisco, è una palla progettare sempre e soltanto o condomini popolari o loft extrasuperlusso o aeroporti), e ce ne sono alcune che mi hanno incuriosito, per l’esattezza queste:

    In generale ho tratto le seguenti considerazioni:

    1. Le Corbusier con i pilotis in realtà ha creato dei perfetti prototipi di case safe-zombie senza nemmeno saperlo.
    2. le tematiche legate alla sostenibilità vanno forte quando si parla di sopravvivenza a un evento mondiale zombesco.
    3. i loft super di lusso con rendering da immobiliare si presentano come un’offerta che non rinuncia allo stile anche quando intorno ci sono morti viventi affamati del vostro piccolo cervello.
    4. la maggior parte delle case funziona come versioni extralarge di sofisticate trappole per topi (dove i topi sono gli zombie)
    5. la maggior parte dei progetti non hanno il benché minimo senso dell’umorismo che un tale concorso necessita;
    6. la maggior parte dei progettisti non hanno studiato le opere fondamentali di Romero e quindi non hanno capito che non è dagli zombie che bisogna difendersi.
    7. la maggior parte dei progettisti non ha capito che siamo già tutti zombie.

    via A/N blog


    25 thoughts on “Una casa a prova di zombie

        1. sì ma quando la fossa si riempie di zombie? perchè naturalmente la produzione di zombie è esonenziale. dovevano perlomeno pensare ad un inceneritore sul fondo della fossa o ad altro metodo di smaltimento zombie (la putrefazione naturale proposta dall’autore nei commenti secondo me richiede troppo tempo)

              1. ma certo che sei recuperabile! A patto che ti vesti come Milla iocovich (o come si chiama lei) in resident evil, sì sì, secondo me staresti bene

      1. mi viene in mente la storiella di Maria Antonietta che dice «Se non hanno pane, che mangino brioche!»
        Oggi, gli affamati cosa reclamano? Iphone

            1. Gli indigeni delle Hawaii un giorno sventolarono i fazzoletti e le mani per salutare l’ennesimo arrivo del Comandante Cook. Lo attesero mentre sbarcava coi suoi bauli pieni di cincaglierie. Lasciarono che si avvicinasse. Poi, inopinatamente, lo divorarono.
              ….erano zombie anche loro?

              1. Ah! Questa storia la so (eh! eh! ho fatto le vacanze lì).
                La prima volta lo accolsero con tutti gli onori e gli offrirono doni e provviste.
                Poi, dopo essere partito, tornò indietro pochi giorni più tardi, chiedendo ulteriori provviste per il viaggio.
                A quel punto, la seconda volta fu massacrato da un centinaio di hawaiani (fra cui c’era pure Kamehameha il grande).
                Questo significa che gli ospiti devono capire quando è ora di andare veramente…

      1. io ferrovie! cheppalle, biblioteche e musei sarebbero già un passo avanti
        devo assolutamente partecipare l’anno prossimo :)

        1. [a parziale chiarimento]
          No: era una battuta! Mica sono la Hadid!
          Io ormai ho dimenticato cosa sia la progettazione architettonica…per ora solo illuminazione…
          Perchè invece, vista la specializzazione, non pensare a un treno anti-zombie?

          1. io lo speravo per te :) non avevo letto le tue informazioni personali sul blog, potevi essere o super fortunato o ancora studente universitario! però l’illuminazione ha il suo fascino, mentre le sezioni di una ferrovia ne hanno ben poco specie se sono mesi e mesi che continui a modificarle (chiariamo che io sono solo il braccio, mica la mente).

            per il treno ci si potrebbe ragionare su, ma è rischioso perchè se gli zombie ti fanno cadere un albero sulla ferrovia sei fregato. ma forse non sono così furbi…

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Ricevi un avviso se ci sono nuovi commenti. Oppure iscriviti senza commentare.