Arvind Gupta è un ingegnere che a un certo punto della sua vita ha lasciato il suo impiego in una fabbrica di camion per dedicarsi alla divulgazione scientifica nei villaggi indiani.
Come sostiene nel suo intervento, la sua era una scelta dettata dal particolare momento politico e sociale che attraversava l’India negli anni ’70, ma il suo impegno e la sua passione rimangono tutt’ora vivi e il suo metodo è rimasto fedele allo slogan di allora “Va incontro alla gente. Vivi con loro, amali. Parti da ciò che conoscono. Costruisci su ciò che hanno.”
L’altro giorno ragionavo sulla domanda che Matteo ha posto polemicamente nel suo blog, forse oggi c’è bisogno di qualcuno come Gupta nell’architettura, uno che, come già aveva fatto il nostro Munari, riparta dalle nuove generazioni. Qualcuno che voglia scommettere sul futuro.
(via Doppiozero)
Bellissimo: Arvind Gupta è un grande!
Questa è effettivamente un ottima risposta!
è quello che ho proposto all’ultimo incontro preelettorale dell’ordine degli arch … ma non mi sembra che l’intervento sia stato accolto, non dico da ovazioni, ma neanche con tanto interesse. sono altri oggi i temi che toccano gli architetti ( e gli ingegneri ecc….), e non capiscono invece che è dalla base che tutto parte, anche la loro tariffa minima.
l’idea è bella, ma forse non dovevi proporla all’ordine.
Proponila a me, io ti appoggio e ti do anche una mano a organizzare un corso pilota così poi vieni qui a testarlo.
A proposito di iniziare dai piccoli, così, Concita De Gregorio termina alcune sue considerazioni dopo aver visto il film I soliti idioti:
“Forse è già troppo tardi, è questo lo sconcerto. Forse con i ventenni non ce la faremo più, è troppo tardi. Ripartiamo, chi ha le energie per farlo, dai seienni. Proviamo coi cartoni animati.”
http://www.kataweb.it/tvzap/2011/11/03/il-mistero-dei-soliti-idioti-cosi-ride-litalia-del-boh-327683/
La concita ha sempre lo sguardo lungo… Rem lo propongo a te, facciamolo.