Utopie del MM: Narkomfin

    Il Narkomfin è un edificio progettato da Moisei Ginzburg alla fine degli anni Venti, case d’appartamenti per impiegati del ministero delle finanze, sul viale Novinsky a Mosca.
    Qui Ginzburg sperimentò quasi tutto quello che si poteva sperimentare nell’ambito del movimento moderno e avanguardia relativa: calcolo dello spazio minimo per abitante, unità abitative minime per single e per famiglie, serialità degli spazi, tipologie residenziali (simplex, duplex, triplex), previsione di servizi collettivi (lavanderia, asilo, mensa), spazi comuni in condivisione e riduzione al minimo degli spazi privati, il ballatoio come luogo di socializzazione (se non ricordo male, in totale erano previsti spazi per 25 mq/persona circa, di cui da 9 a 11 privati, il resto in condivisione… ma non sono sicura), l’uso del colore per il comfort ambientale e per l’orientamento all’interno dell’edificio, sperimentazione di tecniche costruttive e materiali contemporanei alias struttura in cemento armato e tetto piano (e se Ville Savoye aveva problemi di ponti termici, figuriamoci a Mosca…).

    Ci sono affezionata, l’avevo studiato per il corso di teorie e tecniche della progettazione architettonica, secoli fa. Mi piaceva perché era una summa delle utopie del movimento moderno, e una sorta di metafora dello stesso: fu progettato in pieno spirito di rivoluzione culturale e sociale sull’onda dell’entusiasmo per la nuova società, secondo un’ideale di popolo avanguardista e rivoluzionario; in realtà il complesso, destinato ad abitanti appartenenti alla classe impiegatizia, fu realizzato poco prima dell’avvento di Stalin, scontrandosi ben presto con la realtà, ebbe una costruzione difficoltosa a causa dell’inclemenza degli inverni russi, parte dei servizi collettivi non furono mai realizzati e iniziò a decadere praticamente da subito.

    Povero Moisei. D’altro canto, tali e tante erano le aspettative, che non poteva che andar male (pare che è la sindrome di Oblomov).

    Da un altro punto di vista, il Narkomfin sta ancora lì a decadere dal 1930 ca.

    riferimenti:

    http://failedarchitecture.tumblr.com/post/1101706727/narkomfin-building-25-novinsky-boulevard-moscow
    che me l’ha fatto ricordare

    http://narkomfin.ru/Eng.aspx
    sito dedicato, bella grafica all’arrivo (soprattutto se lo guardate in russo), però io non ho trovato un’immagine che sia una

    http://en.wikipedia.org/wiki/Moisei_Ginzburg
    http://en.wikipedia.org/wiki/Narkomfin_Building
    qui ci sono un paio di foto d’epoca (mentre su flickr ci sono molte foto di com’è oggi e alcune belle foto d’interni che nulla hanno da invidiare a simili esempi di spazi “nuovi” progettati con grandi speranze ma arredati da aiazzone, con le debite contestualizzazioni ecc.).

    http://it.wikipedia.org/wiki/Oblomov#Oblomov
    oblomov

    Fonte di buona parte delle informazioni contenute nell’articolo è la mia memoria, quindi le dette informazioni non sono attendibili.


    496 thoughts on “Utopie del MM: Narkomfin

    1. Le immagini su failed architecture sono molto forti, soprattutto sono stato a fissare quella dell’interno con la tavola imbandita e la tinteggiatura cadente dalla parete.

    2. vengono i brividi a vedere come si traduca concretamente “la fine di un’ideologia”.
      Grazie Zaha per la segnalazione, queste architetture “fallite” mi piacciono, le sento vicine alla fallibilità umana, sono da studiare per imparare.
      Ho trovato alcune immagini sul sito russo (ti ho mai detto che il russo è la mia seconda ligua?) qui ne puoi vedere qualcuna http://narkomfin.ru/Rus/Narkomfin/Description/Photo/168.aspx
      Inoltre c’è questa organizzazione da tenere sott’occhio http://www.oginoknauss.org/blog/
      Fanno delle cose veramente interessanti. Ora la categoria è tua, ti tocca studiare e raccontarci tutto.

    3. sapevo che sapevi cercare meglio di me!
      invece l’altro sito è davvero molto interessante! non ho ancora capito perché si chiamano così, ma leggerò con più attenzione e mi farò una cultura a proposito di architetture, ideologie e metodi anticoncezionali. vi farò sapere.

    4. “OGINOKNAUSS is an independent research group dealing with audiovisual language, urban cultures and human environment’s transformations.”
      con un nome simile mi aspettavo si occupassero di architetture interrotte

    5. interessante pagina di wikipedia sul metodo ogino-knaus da cui scopro che Ogino era giapponese e Knaus austriaco e non una sola persona come credevo.
      Inoltre, è pieno di nomi che si possono usare per collettivi di ricerca architettonica tra cui scegliere:
      1. metodo sintotermico
      2. BOM
      3. indice di Pearl
      4. metodo Billings
      Secondo me si chiamano così perchè il metodo O-K, come quello moderno, alla fine non funziona.

      1. ottima deduzione!
        per non parlare dei paralleli storici: il povero Ogino faceva ricerca scientifica, e il rapace Knaus se la vende come metodo pratico (anche se con un indice di pearl attorno al 16-30% -cioè, dico, 30%!!!- è come fare a caso…).

      2. Più o meno ci hai preso… ci chiamamo così
        a) perchè come nome ci sembrava fertile
        b) perchè ci siamo sempre interressati agli “errori generativi”
        c) perchè è un nome che fa presa, come diimostra il fatto che avete speso già 4 comments a discutere il nostro nome invece che ldegli argomenti del post….

        Comunque il Narkomfin è il principale protagonista del film su Mosca che stiamo per ultimare in questi giorni e se scavate sul blog trovate parecchia roba connessa, incluse varie clip video
        ciao
        OK

          1. Ancora non lo sappiamo, per ora facciamo i salti mortali per ritagliarci il tempo di finirlo – autoproduzione come al solito. Comunque appena messa la parola fine lo iscriveremo in giro a festival e organizziamo una premiere… a Berlino, però, viviamo qui…

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