L’ineffabile

    Leggo tra le pagine di Zen di Alan Watts che “lo Zen è assai vicino a ciò che Korzybski ha chiamato “l’ineffabile” livello della realtà: il non verbale, non-simbolico, assolutamente indefinibile mondo del concreto, contrapposto all’astratto. Tutte le cose infatti, siano oggetti o processi, sono astratte dall’esperienza mediante il pensare, isolate dal nome loro imposto.”
    A parte la scoperta di Alfred Korzybski, la cui General Semantics pare abbia avuto profonde influenze su Buckminster Fuller e un’altra vagonata di studiosi e, pertanto, meriterebbe uno studio più approfondito, mi piacerebbe immaginare un percorso che porti a rivalutare il lato “ineffabile” dell’architettura.


    9 thoughts on “L’ineffabile

    1. AST,
      sull’“l’ineffabile livello della realtà” ti consiglio la lettura di un piccolo libricino il ‘Il realismo è l’impossibile’ di Walter Siti. Poco zen ‘ovvero l’arte della redenzione impossibile’ e molta ‘sporcizia’ ovvero l’arte di vivere senza i surrogati dei ‘luoghi comuni’.

      Saluti,
      Salvatore D’Agostino

      1. non ho mai letto niente di Walter Siti. Ne sento parlare da più parti, ora che me lo citi anche tu devo provvedere.
        è che sto cercando un modo per riavvicinarmi all’architettura (o forse a quella parte di realtà che pensavo di aver più studiato) e trovare di nuovo interesse in essa.
        E forse sono un po’ stanco di tutte le chiacchiere futili e devianti che ci girano intorno.

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