L’architetto José Zampironi Gutierrez

    Son queste le industrie del vacuo, asseriva il capitano [Gaddus], le quali creano a certi mentecatti un bisogno fittizio ed inesistente, per poi lucrarne, col dare a intendere col satisfare quello, non già le celesti ma le più immediate e terrene indulgenze.
    Quel negozio, a Milano, del ciuco scabbioso e del piattello-semiramide era la manco rubona di siffatte industrie, per quanto lercia, abominevole, e pidocchiosa.
    Ben peggio nata, a recar più grave esempio, l’industria dell’architetto uruguaiano José Zampironi Gutierrez, il quale, non avendo a far case nella città capitale di Montevideo, stante la crisi edilizia del 1935 che vi lasciava inoperosi i maestri, e i loro garzoni li mandava a rubacchiar polli per le campagne, lui escogitò invece d’allestire una esposizione di pompe centrifughe: e tanto s’affaccendò e brigò e piatì, che gli fu commesso d’inventare e poi progettare il Palazzo delle Pompe, al Jardin Botànico; lucrandone in breve giro di lune o di chiacchiere, o di sedute parlamentari, gli onori del Sangallo: e guiderdone proporzionato.
    Mentreché il cazzioso capitano con quella sua vocetta fenduta, e sagrando e soffiando sputi e battendo di gran pugni sulla tavola, strillava e spergiurava che non era vero di nulla, il Sangallo; che non gli era se non un piatto arrivista e ladruncolo, quel Gutierrez, solo armato di dicerìe, e di qualche suo stento arco, pilastretto, e rettangoluzzo. In questo palazzo, aggiungeva, vi ragunò poi tutte le pompe dell’inanità da poterle esibire agli allocchi, che l’inane solo gli incanta, come ben si sa: e come difatti avvenne quel giorno, al salone d’onore, non anco videro la Gran Pompa di Geroboamo Wollaston (1723-1787), matrice di tutte le pompe passate presenti e da venire: e quella, risvegliàtasi tutt’a un botto da cadaveroso silenzio, anfanando dapprima e gargugliando come per intestino catarro, la si messe finalmente a stridere e a cigolar seguìta, e a pompar acqua da un sottostante vaso e a rigurgitarla in un soprastante, donde poi ricadeva al primo fra le bocc’aperte di tutti.

    Carlo Emilio Gadda, Le bizze del capitano in congedo, in Le bizze del capitano in congedo e altri racconti, Adelphi, Milano 1983, pp. 43-44.


    3 thoughts on “L’architetto José Zampironi Gutierrez

      1. ciao Salvatore,
        non so per quale motivo il tuo commento era finito tra lo spam (wordpress a volte è imperscrutabile).
        Ti aspettavo, non dico che questo post era per te, ma quasi.
        Presto pubblicherò un corposo estratto, questa volta tratto da Viaggi di Gulliver, cioè del Gaddus.
        A presto

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