Estratti dall’autobiografia di John Cage

    Estratto #1

    C’era stato un episodio che mi aveva scioccato, quando nella biblioteca del College vidi centinaia di compagni di scuola studiare sullo stesso libro.
    Invece di farlo anch’io andai allo scaffale e lessi il primo libro scritto da un autore il cui nome incominciava con la Z.
    Ricevetti il voto più alto, ma l’episodio mi convinse della mancanza di logica dell’Istituzione.
    Me ne andai.


    3 thoughts on “Estratti dall’autobiografia di John Cage

    1. Stupendo estratto.
      Mi ha fatto riflettere… e nel contempo mi ha fatto ricordare l’esame di maturità.
      Per tutto l’anno la prof di Italiano insistette sul preparare bene il Saggio Breve… il classico Saggio breve di ambito scientifico, storico o socio-economico.
      Ogni settimana ci propinava un tema.
      Fogli e fogli di protocollo sprecati.
      Io odiavo il saggio breve… la brutta, poi la bella, quelle penne Pilot a inchiostro che duravano 3 fogli sul misto e 2 fogli soli in autostrada.
      E dopo la Pilot non puoi ritornare alla Bic, anche se consuma meno.

      Il giorno dell’esame scritto andai carichissimo e convintissimo: scelgo in assoluto la cosa più corta da fare.
      Leggo velocemente i temi del saggio breve… non c’è storia: L’analisi del testo poetico vince 10 a 1.
      Eran 20 righe di poesia. Che sarà mai.

      Però non sapevo niente. Sapevo solo che l’autore era ermetico. E quindi la poesia doveva esser ermetica. Pefforza. E infatti lo era. A tenuta stagna proprio.
      Non ci si capiva una mazza.
      Ricordo di averla riletta tipo 20-30 volte.
      Passavo alla 25esima rilettura, quando passò la Prof di Italiano e mi chiese: “UASDA, hai scelto il saggio breve di ambito Tecnologico vero?!”
      Le risposi: “no prof, ho scelto l’analisi del testo poetico. E’ così corta che non c’è storia!”
      Mi rispose: “Maddai, stai scherzando vero? Nessuno dei tuoi compagni farà la poesia… nemmeno i più bravi… dai non perdere tempo, fai il saggio. La poesia è dura, e non l’abbiamo mai studiata. ”
      E se ne andò.

      Dopo 3 ore fui il primo in assoluto a consegnare.
      Non ero a rischio bocciatura, nè avevo la possibilità di prendere la lode, quindi feci una cosa molto semplice: diedi una serie di interpretazioni fantasiosissime. (trad: sparai un sacco di str****te poetiche)

      Il giorno che uscirono i risultati me lo ricordo ancora. C’erano solo tre persone su sessanta con 14/15 allo scritto di Italiano… ed ero uno dei tre.
      Poi all’orale venni a sapere che ero stato l’unico a fare l’analisi del testo poetico. Grandissima soddisfazione che (eccetto per qualche sporadica lode) non credo di aver bissato all’uni.

      Morale (in rima):

      Se l’esame scritto di maturità devi generare
      ma fuori c’è il sole e al mare vuoi andare
      c’è solo una cosa da fare:
      l’analisi del testo poetico devi preparare.
      E anche se la prof sembra perplessa
      non ti devi affatto preoccupare!
      C’è solo un modo per farla fessa:
      tante str… interpretazioni fantasiose devi sparare.

      [Warning: non è per gente a rischio bocciatura]

      1. UASDA sei un guru e questa tattica da outsider funziona bene anche all’università (eheh). Ricordatene all’esame di stato ;-)

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