Danza macabra

    Wolf Prix sulla Biennale:

    Se uno non sapesse che i media esagerano sempre, si potrebbe quasi concludere – come fa la Süddeutsche Zeitung – che la Biennale di Architettura di Venezia sia davvero la fiera di architettura più importante del mondo.

    Tuttavia, credo che la parola “esibizione” non ha lo scopo di descrivere una mostra, in questo caso, quanto piuttosto il solo evento in sé. In altre parole, un incontro di settore, come una fiera di prodotti. Altri critici non riescono neanche a mettere in discussione lo scopo della mostra, anzi subito concludono che l’unione, l’incontro, la messa in rete è l’aspetto chiave. È quello!

    Vorrei sottolineare a questo punto che il valore della Biennale di Architettura di Venezia riguardo agli argomenti teorici ha sempre più perso importanza fin dai suoi inizi con la Strada Novissima di Paolo Portoghesi nel 1980. Anche il valore personale attribuito dai partecipanti è molto basso rispetto alla Biennale d’Arte. Cerchiamo quindi di non negare la verità. Questo evento è una costosa danza macabra. In una città di saccheggio (una mostra di saccheggio) orde di turisti (architetti) rotolano lungo infrastrutture degradate, al fine di soddisfare il loro desiderio petit bourgeois di istruzione (nel caso degli architetti: vanità, invidia, schadenfreude, sospetti). Anche il fascino che i visitatori sono tenuti a sentire è serioso e falsificato dai media per i quali un architetto è come una stella del cinema.

    In realtà è tutto vuoto, arduo, faticoso, tetro e noioso. Non guarda più a una discussione vivace e critica dei temi dell’architettura contemporanea, ma piuttosto a dei gusci vuoti, conservatori e forse populisti carichi di un significato finto.

    Che grande Biennale dell’architettura sarebbe stata se avessero dato vita a forum e proposto temi che avessero fornito la possibilità di guardare dietro le quinte del processo decisionale, al posto di mostre noiose. Prendiamo ad esempio la controversia circa la stazione ferroviaria di Stoccarda. Le ragioni per l’esplosione dei costi per gli edifici importanti come, ad esempio, la Filarmonica dell’Elba Hall. Le discussioni politiche su moschee e minareti, in altre parole le controversie circa la localizzazione di un’idea. Perché il mercato delle case unifamiliari negli Stati Uniti è crollato e come la politica del potere è condotta attraverso l’indediamento dell’architettura. Questi argomenti sarebbero degni di discussione – non chi è, e chi non è, un architetto.

    Tuttavia, invece di questo abbiamo di fronte: “People Meet in Architecture” ed ora “Common Ground”. In altre parole: il compromesso. Non può andare peggio di così!

    Questa situazione evoca l’immagine del Carnevale di Venezia – si possono immaginare tutti gli architetti in costumi da Pierrot circondati dai critici mascherati ballare la Danza Banale, o, meglio ancora, gli architetti suonare su una gondola che affonda come l’orchestra sul Titanic suona la l’ultima canzone, mentre fuori, nel mondo reale il nostro commercio affonda e sprofonda nell’impotenza e nell’irrilevanza. Questo perché politici e project managers, investitori e burocrati hanno stabilito come dev’essere il nostro ambiente costruito da molto tempo ormai. Non gli architetti.

    Mentre in Russia gli artisti stanno ostinatamente resistendo al regime autoritario, l’attuale direttore della Biennale di Architettura ritiene che tali caratteristiche siano ostacoli per la nostra professione e spiega in un’intervista che lo spazio deve essere conquistato dal genio. Bisognerebbe mostrargli Pussy Riots per fargli capire finalmente la nostra società.

    Inoltre, ritengo che la Biennale di Architettura di Venezia ha bisogno di essere riorganizzata.

    via http://pablogilcornaro.blogspot.it/2012/08/wolf-prix-on-venice-biennale.html


    9 thoughts on “Danza macabra

    1. Caro Wolff, tutto interessante, anche se fuori tempo massimo. Ma perché non inizi a rifiutare qualcuna delle generosissime commesse che ti vengono offerte in tutto il mondo da quei politici e project managers, investitori e burocrati che decidono delle sorti dell’umanità? Così, tanto per dare l’esempio…

    2. grazie mille, la grafica è tutta in progress, facciamo mille aggiustamenti come delle casalinghe che posizionano sul tavolo un centrino alla ricerca della posizione perfetta.
      “Accattivante” è anche troppo!
      :-)

      1. è incredibile quanto a volte la gente sia “asincrona” rispetto a quello che dice e fa. L’immagine della “danza macabra” funziona ma detta da Wolf suona come più che altro l’autocandidatura a prossimo curatore della biennale.

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