Contraddizioni

    Perché è questa la vera contraddizione. Siamo il paese col più alto numero di laureati in architettura d’Europa e, al contempo, col più basso numero di progetti realizzati firmati da architetti. La città moderna non ci compete, non l’abbiamo costruita noi. Ci si lascia ingannare dai casi estremi delle star dell’architettura, che sono poco più di specchietti per le allodole, ma lo zoccolo duro, il popolo degli architetti, le mani sul territorio non le ha messe mai. È una percezione falsata quella che ci danno i vari Fuksas, Piano, Gregotti: è un po’ come credere che dato che c’è Faletti, tutti gli scrittori vendano ogni volta milioni di copie dei loro romanzi. Non è così: gli scrittori, in media, fanno la fame. Ma con la differenza che almeno pubblicano, mentre gli architetti, in media, non costruiscono affatto.

    Il resto dell’intervista lo leggete in L’architetto di base secondo Gianni Biondillo, di Salvatore D’Agostino su Wilfing Architettura.


    140 thoughts on “Contraddizioni

    1. lo dico pubblicamente, se mai dovessi incontrare biondillo legatemi perché cercherò in tutti i modi di saggiare a due mani la soffice morbidezza del suo capoccione riccioluto, è più forte di me.

      1. Ma non vedi come sono compatti? Non sembrano poi così morbidi…(no, cioè, lo dico perchè quando avevo più capelli somigliavano molto a quelli di biondillo…)

        1. ma no, non vedi quei riccioli che sbarazzini gli cadono sulla fronte, quei 3 – 4 cm raccolgono liane pilifere di almeno 6 metri, e poi nota quella specie di aureola di doppie punte iridescenti, secondo me è morbidissimo

          1. ma anche il lobo è morbidiffimo….
            stiliamo una classifica dei punti più morbidi di biondillo-mordillo.

            1. facciamo così: io penso a puffpuffare il casco e tu gli pollicindicizzi i lobi
              (ndr. puffpuffare è l’azione di fare puff puff con qualcosa di soffice, es. maglione di lana appena lavato con molto ammorbidente.
              Pollicindizzare è l’azione di strofinare dolcemente qualcosa tra pollice e indice)

                1. lo sapevo che sono morbidissimi!!!
                  lo so che non ci conosciamo e certe cose si fanno solo raggiunta una certa intimità, ma un giorno mi permetterai di puffpuffarti?
                  Se posso convincerti con della bassa adulazione sappi che a me Con la morte nel cuore è piaciuto molto…

    2. Verissimo, comunque… e gli ordini non si muovono… ed è purtroppo vero soprattutto pe rnoi donne, senza voler fare la femminista arrabbiata

        1. Eè che è proprio cambiato il nostro ruolo… altro che “capo della progettazione”… ora nella migliore delle ipotesi ci occupiamo si un frammento lasciato indietro da qualche pesce più grosso…

    3. Io con un mio collega geometra ho creato una società… altrimenti nei lavori condominiali (che sono quelli che riusciamo a fare a Milano) nessuno mi prendeva in considerazione con il titolo di Architetto… Così sono anch’io Geometra o Ingegnere e divento credibile… sigh…

      1. quindi sei uno 007 dell’architettura, un agente segreto sotto copertura… di un geometra.
        Dura la vita dell’architetto, sotto tutte le latitudini…

        1. sì esatto… poi quando vedono il biglietto da visita… “Ma è architetto? Davvero? Pensavo veramente Geometra o Ingegnere… sa parla di materiali e tecnologie”… Adesso ne ho fatto uno in cui non compare il titolo… con licenza di uccidere

          1. per usare le parole di biondillo, ti sei “geometrizzato”, impropriamente perchè la geometrizzazione per lui è la resa della cultura architettonica alla banalizzazione, diciamo che ti sei camaleonticamente rivestito di un ruolo più accettato dalla gente.
            Mi chiedo: ma come abbiamo fatto a ridurci così?

            1. è vero che la nostra formazione molto spesso è molto accademica… Io facevo dei progetti all’università in cui i pilastri erano sempre da trenta i solai da trenta e non avevo la minima idea dei materiali… Poi simo troppi… 150.000 in Italia. Se sommi ingegneri e geometri, buona notte… e poi per vivere si finisce che molti accettano soldi da imprese e fornitori e ti saluto i riferimenti d’onorario…

              1. e poi è vero che gli ordini sono molto lontani… come se non fossero interessati a chi di noi, ed è la maggioranza, esercita su qualche scampolo di porgetto

            2. semplicemente non siamo più in un periodo storico nel quale è permesso fare gli architetti…
              gli schiavi…. si,
              i geometri…… si,
              i leccaculo…..si,
              i capezzone ……si.
              eppure quando ai professori interessava ancora qualcosa degli studenti la prima domanda in facoltà era:
              – ha un parente architetto o impresario vero?
              – ehm, no. sa, mi sono iscritto per passione..
              – ecco, allora le consiglio di cambiare facoltà.

              1. il primo giorno di lezione il Professore di composizione mi disse che avrei dovuto avere la presunzione del Padreterno il giorno in cui ha creato il mondo… Ecco… proprio come Padreterno non mi riesco a vedere…

              1. allora invece di geometrizzarci, “capezzoniamoci”: finito il governo, e siamo agli sgoccioli, servirà un nuovo riferimento “morale”

                  1. io all’ordine faccio un bel bonifico una volta l’anno e in cambio mi arriva una bella agenda con copertina rigida e degli interessantissimi bollettini bimestrali.
                    non pensavo che la carta costasse così tanto.

                      1. ahhh, vedessi com’è bella.
                        è bianca, tutta bianca, e ogni pagina ha tanti bei numerini e tante lineette sulle quali scrivere tutti i tuoi appuntamenti in modo da accontentare tutti i clienti in coda davanti alla porta del tuo studio.

                        odio tutto quel bianco

                    1. Beh… è vero che l’ordine a parte inviarti una rivista che non ho mai capito bene cosa serva, non è che sia molto vicino ai nostri problemi… Una volta ho fatto un ricorso contro un cliente che non mi voleva pagare, ci ho messo mesi per avere la parcella vidimata… magari un caso sfortunato…

    4. caro ryan, prima regola: non buttarsi giù; seconda regola: effettivamente non mi viene in mente… diciamo “meglio ridere che piangere”.
      E poi, non so se può tirarti su il morale, oggi sei il mio mito quotidiano, dico, infiltrarsi tra le maglie del nemico per aggredirlo quando meno se lo aspetta, ZAC! ed è fregato.
      Da oggi sarai Ryan Hood: l’eroe che rubava ai geometri per dare agli architetti.

        1. Ho trovato su http://www.infobuild.it questo appello… non siamo soli…

          Appello all’Ordine degli Architetti 03/11/2010

          La durissima congiuntura economica che affligge il settore delle costruzioni, figlia della più generale crisi finanziaria, ha avuto effetti devastanti sulla nostra categoria professionale (in particolare per i colleghi giovani e le colleghe), con più che significative riduzioni di organico degli studi, quando non ne abbia comportato direttamente la cessazione dell’attività.
          Eppur tuttavia, tale situazione, ancorché aggravata dalla speciale condizione attuale, ha caratteri strutturali, che necessitano – in primis da parte delle associazioni di categoria, nelle proprie azioni e iniziative – uno scarto rispetto al modo di vedere il professionista architetto in senso tradizionale.
          Siamo e restiamo degli operatori culturali, promotori di qualità nelle trasformazioni urbane, e la nostra autonoma individualità (non individualismo) è un valore in termini di ricchezza di contributi che non può semplicemente “sciogliersi”, con pari efficacia, in forme societarie d’ordine superiore quali le società d’ingegneria; ma siamo anche soggetti microimprenditoriali afflitti da un’atomizzazione ormai insostenibile, in termini di costi e di oneri gestionali.
          Il rischio, qualora non si consideri tale dato oggettivo di fatto, e non si intervenga con politiche appropriate, è quello di essere marginalizzati e costretti in nicchie di scarsa incidenza rispetto alle dinamiche territoriali, quando non di morire del tutto come categoria indipendente.
          Siamo uno dei gruppi professionali sicuramente più attenti all’innovazione, al cambiamento, all’aggiornamento linguistico e concettuale (e quindi con una congenita predisposizione ad affrontare la complessità contemporanea), e parimenti siamo promotori di tutto questo; e rispetto tali temi gli Ordini hanno svolto e svolgono un ruolo positivo di indubbio traino. Ma questo non è più sufficiente.
          Occorre essere anche attenti e innovativi nel pensare la propria identità economica di categoria, il proprio profilo organizzativo e gestionale.
          Ci confrontiamo ogni giorno con difficoltà crescenti, che minacciano la stessa sopravvivenza della nostra attività, in almeno tre ambiti:
          – economico: costi di telefonia, di cancelleria, di stampa, di assicurazioni professionali, di strumentazione software e hardware, di mobilità, di pubblicazioni e stampa specializzata, di abbonamento a banche dati normative e immobiliari, di aberrante concorrenza indotta dal perverso e diffuso sistema delle provvigioni riconosciute da parte di imprese e fornitori…
          – gestionale: tempi dedicati alla contabilità, alla fiscalità, all’autopromozione, all’aggiornamento, all’organizzazione interna, alle verifiche di conformità normativa e alla certificazione delle proprie strutture,…
          – burocratico: tempi di risposta da parte della Pubblica Amministrazione, moltiplicazione dei centri decisionali, serialità delle verifiche, proliferazione delle norme e delle circolari, soggettività delle interpretazioni,… e relativi costi…

          Occorre quanto prima che, su tali questioni drammaticamente reali, sia svolta da parte degli organismi di categoria un’ampia e seria riflessione e si diano risposte concrete (convenzioni, gruppi di acquisto, richieste alla Pubblica Amministrazione di semplificazione, riforme degli ordinamenti fiscali, servizi collettivi consorziati,…); per permettere a noi Architetti di esercitare anche in futuro il nostro ruolo fondamentale di stimolo e di proposta nel governo del territorio, evitandoci di finire nel “sottoscala” della contemporaneità; troppo impegnati in una disperata lotta per la sopravvivenza per avere quasi il tempo di pensare, progettare, vivere.

          a firma di
          Mario Angelucci; Alessandro Baglioni; Manuela Bianchini; Raffaella Bonomini; Marco Caciagli; Chiara Camozzi; Marina Demetra Casu; Andrea Tito Colombo; Anna De Ponti; Giuditta De Vecchi; Michelangelo Della Vecchia; Cristina Deponti; Elisa Evaso; Elena Fabbri; Marta Filoscia; Vito Maria Davide Finzi; Marta Gentili; Laura Gioeni; Luca Guglieri; Alessia Leidi; Cinzia Iris Mancinelli; Nadia Massari; Andrea Miserocchi; Ilaria Nava; Eleonora Odorizzi; Savina Pagani; Laura Pietrobelli; Jessica Pizzorni; Claudio Sangiorgi; Ifat Adi Shmueleviz; Monica Sobacchi; Luciana Giovanna Tardio; Emanuela Zizioli.

          1. sono richieste legittime e sacrosante ma a chi sono rivolte? E chi può dare delle risposte?
            Metteresti anche il link diretto? su infobuild non sono riuscito a ritrovarlo

                1. Beh… la foto è un po’ da Douglas in un giorno di ordinaria follia… che poi più o meno è il mio stato d’animo di molti giorni…

    5. Ciao AST,
      non dimenticate che siete i responsabili di quest’intervista.
      Buona giornata,
      Salvatore D’Agostino

      P.S.[1]: mi piace la faccia e i riccioli di Biondillo

      P.S.[2] rem Biondillo non è un ex-architetto ti ha appena risposto dall’altra parte.

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