Casa Soleri

    Sono un fan della prima ora di Selby ma pare che ora i servizi “allaSelby” vadano molto di moda, prova ne è questo uscito su Domus che ci racconta gli spazi in cui Solei vive e lavora.

    Mi pice questa visione diretta e umana dell’architetto che, lontano miglia e miglia dalle figure glamour delle archistar, sembra più un monaco trappista.

    Mi piace la stanzetta con la coperta a scacchi, le finestre circolari e mi immagino Soleri al tavolo quadrato che disegna seduto su un’orribile sedia in plastica resa più comoda dal cuscino foderato e legato alla bell’e meglio.

    Poi, nello studio, noto che lo spazio del lettino non viene sprecato e una semplice tavola lo trasforma in un piano d’appoggio in più mentre la chaise longue di lecorbù rimane nascosta sotto il tavolo da disegno.

    Gli spazi domestici di Paolo Soleri. An architecture report from Scottsdale by Davide Vargas
    fotografie di Ramak Fazel
    su Domusweb


    25 thoughts on “Casa Soleri

    1. voglio sperare che le macchie che si vedono sul soffitto non siano di umidità o, ancora peggio, di muffa

    2. bello il design a scomparsa e l’uso della muffa ipotizzato da m.arch.antonio :-D

      a questo punto palesa la tua opinione, nell’ambito del dibattito sul rapporto uomo-natura, sulla cyclette nel giardino – o nel parco. 8-)

    3. rem ma lo sai che anche io mi pongo certe domande sugli architetti? le mie forse sò più frivole magari! (ma ce l’hanno il tempo x farsi una famiglia? accompagnano i figli a scuola? il sabato sera riescono a farsi ‘na pizza tra amici?….avranno degli amici? :)

    4. e poi, consentitemi, molto bella la camicia, eh, ma le bragotte grigio dozzinale di felpa e le pantofole di lana cotta proprio no no no

      1. le bragotte sono il sotto di una vecchia tuta (con cui faceva la ciclette guardando la tv prima di meterla fuori ad arrugginire) le pantofole sono del lidl.
        E però il tutto mi piace assai assai: invece del solito completo prada quest’uomo ha il coraggio di farsi vedere tal quale, anzi peggio, è proprio un grande!

        1. No, no, io non intendevo l’archistar fighetta con i vestiti firmati -ma ben attenta a non far vedere le firme, lasciandole solo intuire- dicevo solo che così mi pare fin troppo trasandat-look.
          Mah, magari hai ragione tu.
          Sarà che a me, quelli che si metton in pantofole in ufficio, boh, non so, non capisco mica; è anche vero che quella lì, però è casa sua.

            1. ….noi non possiamo.
              scarpe di vernice e fighette per tutti.
              al minimo camper!
              comunque la coperta tartan è il tocco raffinato disimpegnato.

    5. più frugalità per tutti….
      tranne che per la ele che quest’anno si è ripromessa di essere aggressiva come e peggio di una pantera.
      ora voglio taieur e tacco 12, mia dolce.
      :-*

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