Assonanze

    Peter Zumthor, The Secular retreat, una delle residenze per far capire ai burini inglesi quanto sia “bella” l’architettura contemporanea, un progetto “educativo” di Alain de Botton dal nome Living Architecture.

    Daniele del Nero, After effects, modelli in carta ricoperti di farina e muffa (un po’ come le mie torte dopo un paio di giorni…)


    39 thoughts on “Assonanze

          1. a tutti e due. non mi lascia fare un doppio commento, ma mi piace molto la casa ammuffita (sembra un po’ il nostro studio…) e anch’io sono curiosa di sapere che jjje piasce aa’ remmm…

            1. cosa mi piace? Stavo pensando che a me non interessa tanto l’architettura ma le persone che ci abitano dentro. Quando guardo le foto di architetture linde e perfette, senza polvere nè calzini lasciati sulle poltrone o briciole sui tavoli, mi sembra di guardare dei manichini spogli. Non mi piacciono le architetture firmate, perchè parlano dell’ego smisurato di qualcuno che riempie un ego vuoto di qualcun altro. Mi piacciono le case sbagliate e incasinate, i palazzi pieni di superfetazioni e balconi e verande condonate. Mi piacciono le città fatte di strati, vie, negozi, panchine, lampioni e passanti. Mi piacciono quei progetti che lasciano spazio alla gente di fare quello che vuole senza sentirsi in dovere di chiamare l’architetto se deve scegliere il colore di una tenda o il modello di posacenere da mettere sul tavolino.
              Zumthor mi piace molto tranne questo progetto, ma secondo me è sbagliata in prima istanza tutta l’operazione di de Botton. La qualità dei resort che ha fatto realizzare non è data dal nome dell’architetto chiamato a progettare ma dalla bellezza dei posti. Sarebbe bastata un tenda di decathlon per fare comunque un luogo meraviglioso in cui passare un fine settimana.
              Forse zumthor lo sentiva e per questo ha fatto di tutto per nascondere e mimetizzare il progetto tra alberi e lastre di pietra.
              Che poi, e qui chiudo, a che serve vivere nella casa più “contemporaneamente architettonica” del mondo, firmata e strafirmata fin nelle viti, se poi rimani una merda di uomo/donna? De Botton farebbe meglio a preoccuparsi delle menti dei suoi committenti piuttosto che del design delle case in cui passano il weekend.

              1. lo vedi che sei un antropologo?
                come dicono gli esperti di turismo: a parte tutto, location location location, è quella che fa la differenza.
                poi, a volte, la bellezza del luogo artificiale è necessaria altrettanto di quella naturale. è nella nostra natura.

                  1. @ele, non mi sento tanto antropologo ma se è un complimento lo accetto volentieri. Non ho capito molto: cos’è la location location location?
                    @eviliano
                    così impari la prossima volta
                    :-)

    1. a me sembra la casa dell’uomo delle caverne, mi fa venire in mente i dolmen (che erano tombe ma fa lo stesso).

      non vedo chi potrebbe desisderare affittarla.
      meglio le casette ammuffite!

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