Come da gentile richiesta, il Nonno (di tutti gli architetti, più o meno come età, ma non come spirito…) si è prestato a condividere eptalogo dettato dall’esperienza per migliorare le proprie prospettive, professionali e non. Una pillola al giorno leva l’ansia da prestazione (?) di torno…
Buona lettura e… buon lavoro!
Suggerimenti al giovine aspirante architetto.
E’ necessario premettere quanto segue:
-I suggerimenti elencati dovrebbero valere per quei giovani che ambiscono raggiungere un livello se non di eccellenza, almeno di buona qualità.
-Si intende che l’architettura più che una professione dovrebbe essere intesa come un’arte.
-Si ammette infine che l’architettura sia un’arte difficilissima, per cui sarebbe bene che l’aspirante architetto, prese tutte le informazioni possibili in materia, facesse un profondo esame delle sue presunte capacità o vocazioni, prima di intraprendere una così perigliosa ed accidentata impresa.
Per la quale ecco infine, quali suggerimenti sarebbe bene egli tenesse presente:
- Imparare il linguaggio dell’architettura, imitando le opere di uno (o più) maestri: copiare e ricopiare i suoi disegni, le piante, le sezioni, i prospetti, le prospettive; riprodurre a mano libera gli schizzi, le foto e le opere vere e proprie visitate sul posto. Redigere progetti, anche per puro esercizio, rigorosamente secondo il linguaggio e lo stile del maestro scelto.
- Quando si abbandona il linguaggio imparato, non aver paura o timori reverenziali nel redigere un progetto originale. Si deve osare con fermezza per creare forme nuove e per esprimere le proprie idee.
- Non accontentarsi mai di ciò che si è fatto: sviluppare il proprio spirito critico in modo autonomo ed oggettivo, per affinare le soluzioni trovate o addirittura migliorarle. Quindi fare e rifare con pazienza e tenacia.
- Curare i dettagli, ove è facile che si annidi l’errore e si palesi l’inadeguatezza della progettazione, se non proprio del progettista.
- Preferire comunque il principio che la forma segua la funzione, nonostante il successo delle archistar e delle loro architetture “sensazionali”.
- Non dimenticare magari, i tre principi di Vitruvio: “firmitas, utilitas, venustas”.
- In caso di difficoltà a realizzare il terzo principio di Vitruvio, può essere utile assumere come criterio valido, l’opinione che “l’ordine è bellezza” (ma non viceversa). La ragione può sostituire la fantasia, proponendo schemi matematici e geometrici basati sulle proporzioni, sempre gradevoli ed irreprensibili, in modo da evitare così, che l’ordine decada in soluzioni insipienti o monotone.
Si possono ovviamente sviluppare ed argomentare a fondo i detti suggerimenti in modo da giustificarne la necessità e la validità.
Riva del Garda, 5 marzo 2012
mi sento nel pieno di una perigliosa ed accidentata impresa.
Ringrazia il nonno da parte mia, visto che fondamentalmente è stata una mia richiesta.
Quello che mi piace di queste regole è il sottofondo taciuto ma chiarissimo che è alla base di tutto: non si ottinene nulla se non col lavoro costante e continuo, a partire dallo studio dei maestri, alla pratica edilizia fino alla maturazione di un proprio linguaggio e una propria voce.
E se la propria voce non è stentorea e capace di farsi ascoltare a distanza di km, e, magari, si ha una vocina flebile e tossicchiante, il “nostro” ci dice che tutto sommato non fa niente, basta appoggiarsi a quanto di solido abbiamo, l’ordine, che poi è la chiarezza degli intenti, della visione, l’onestà del proprio lavoro.
Una cosa mi chiedevo: il nonno afferma l’importanza imprescindibile di trovarsi dei maestri. Oggi dove sono?
mah, un po’ dappertutto per quanto mi riguarda, ieri e oggi non fa differenza. credo che ognuno debba cercare i suoi.
certo che se eri giovin architetto negli anni 50, ti andava un po’ meglio, forse?
ah, certo…tranne a sda, che non ha bisogno di riferimenti, beato lui :-D
AST,
perché i consigli ai giovani?
Penso che in Italia ci sia un problema di vecchi incapaci, rancorosi, geometreschi (con tutto il rispetto per i geometri), arroganti, con la sindrome del buon padre di famiglia che deve sfamare la prole che ha abbandonato la nave dell’architettura in modo ancor meno dignitoso del noto Schettino.
Direi: andate a bordo (ndr architetti) cazzo!
Trovo questo eptalogo terribile.
Ma avete mai letto bene, quel viscido servo del padrone di Vitruvio?
Firmitas, utilitas, venustas è un motto di fascismo architettonico.
Buondì,
Salvatore D’Agostino
schettino??? scusa salvatore, ma i tuoi riferimenti sono striscia la notizia?
lascia che i giovani cerchino i loro maestri, vecchi o giovani che siano. c’è penuria di figure paterne di rilievo in questa nostra epoca, e ne vediamo i risultati.
Striscia la notizia :-)
Alvar,
vai a bordo cazzo!
E lascia stare il fascismo architettonico Vitruviano. Non credi che ‘l’ordine è bellezza’ sia una pura paranoia da gerarca fascista?
Non c’è nessuna penuria di figure paterne, ci sono stati molti padri pasticcioni e mi raccomando non ti prendere cura dei giovani per carità.
Non ti arrabbiare, con affetto :-)
Salvatore
si maestro.
;-)
No, maestro no!
Preferisco un simpatico vaffa!
Saluti,
Salvatore
salvatò, ma come ti sei alzato stamattina? Aggressivissimo e nervosissimo che più non si può, e scommetto che quando hai scritto non avevi nemmeno preso il caffè, figurati dopo…
Io tutto questo fascismo vitruviano non lo vedo proprio, e l’eptalogo lo prendo per quello che è: parole di incoraggiamento.
E poi, Vitruvio o Koolhaas, ognuno usa le bussole che vuole, l’importante è non affondare.
Rem,
ovvio era incazzatura ‘bonaria’.
Rispetto per l’uomo vitruviano :-)
Ciao,
Salvatore D’Agostino
scusate l’ignoranza,forse,ma chi è questo Nonno che scrive da Riva del Garda??
Se vai a Riva del Garda, forse, te lo facciamo conoscere.
amo il punto 3
Credo che sul 4° casca l’asino… :)
Se uno crede in Dio dettaglio…
vaglielo a dire al tuo amico alvar…
il dettaglio è tutto. qualcuno per favore mi liberi da questa ossessione.